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Klerey
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Hope Riven
Nome: Il mio nome è Hope, ma mi presento a tutti solo con il soprannome di "Breeze"
Cognome: Riven
Data di Nascita: 20 settembre 1989
Luogo di Nascita: Londra
Luogo di Residenza: New York
Abilità Particolare: Avete presente quell'eroe da fumetto che per qualche arcano motivo è il solo immune a qualche potere che si sbarazzerebbe di tutti gli altri? Beh ecco, quella sono io. Con la differenza che in me non c'è niente di eroico, più che altro mi nascondo, cerco di evitarli i guai. La mia barriera mi da un certo vantaggio da questo punto di vista, è come avere il cervello avvolto in un'armatura impenetrabile e se nessuno può leggerti nel pensiero ... beh diventi un soggetto difficile da manipolare, forse scomodo per alcuni ma solitamente tutti preferiscono lasciarti in pace. Specialmente se si parla di una barriera reattiva. Qusta particolare abilità è un tratto riscontrabile in qualche generazione della famiglia Riven, appare in una generazione, scompare per un decennio e poi ritorna. Una cosa che abbimao da sempre, si potrebbe dire, visto che ho avuto la fortuna di venire istruita fin da piccola sul suo utilizzo e la sua manipolazione. Sicuramente se non mi avessero detto della sua esistenza non me ne sarei accorta ... almeno finchè non avrei visto la mia prima vittima accasciarsi a terra. C'è un motivo se la mia barriera viene definita "reattiva". Ogni volta che il mio cervello subisce un attacco, sia questo di natura psichica o fisica, la barriera che lo avvolge si deforma adattandosi all'entità dell'attacco e rispondendo con una forza uguale e contraria. Semplice fisica, e per di più una reazione spontanea. Mi è stato detto che è possibile controllarlo, se è davvero così io ancora non ho capito come fare. Come ho già detto, meglio per me stare semplicemente alla larga dai guai.
Titolo di studio: Sono laureata in Scienze della Formazione, Filosofia, e Storia dell'Arte. La mia capacità di apprendimento fuori dal comune deriva sempre dalla plasticità della mia materia cerebrale.
Stato economico: Benestante, ma non ne usufruisco. Non sono in buoni rapporti con la mia famiglia e non ho intenzione di attirare troppo l'attenzione su di me.
Lavoro: Insegnante privato. Ho cominciato da poco, mi occupo sopratutto di ragazzi con disturbi dell'apprendimento.
Prospettive per il futuro: Ben poche, mi sono tagliata fuori dalle dinamiche familiari e dai rapporti sociali. E' un'isolamento che non mi pesa, essendo sempre stata diversa da tutti gli altri questo mi ha portato ad isolarmi fin da piccola. Se fosse possibile vorrei cercare una "cura" per la mia condizione, sto tentando di svolgere ricerche in merito.
Descrizione caratteriale: Da quanto descritto fino a qui mi si potrebbe considerare una persona asociale. In realtà è l'esatto contrario. Chi mi conosce mi definisce sicuramente come una persona gioviale, solare e ben disposta. Il motivo è semplice: riesco ad adattarmi subito ad ogni situazione e questo mi permette di comportarmi sempre nel modo corretto, beh quasi sempre se non altro. Ho imparato presto a non confondere la mia capacità di adattamento con intelligenza superiore, sbaglio come tutti solo che quando accade le conseguenze sono molto peggiori di quanto non si possa ritenere a prima vista. La verità è che e altre persone mi mettono a disagio, non sai mai se dietro la faccia del tuo vicino di casa potrebbe nascondersi un qualche ... "mutante", chiamiamoli così. Sono curiosa per natura, non amo avere domande a cui non so dare una risposta e sono abbastanza sicura di me da tentare di scovarle per conto mio, posto che la ricerca si prospetti interessante. Non mi arrabbio facilmente ma quando succede è sempre meglio tenersi una via di fuga aperta, il mio cervello diventa particolarmente instabile quando soggetto ad emozioni forti, sarà protetto da una barriera mentale inpenetrabile dall'esterno ... ma gli attacchi interni possono ancora scuoterlo. E questa è l'unica cosa che mi terrorizza davvero, il vero motivo per cui evito il più possibile il contatto con altri: il mio autocontrollo è una qualità di cui vado orgogliosa e farò di tutto per non perderlo.
Allineamento: Buono
Ama: I gatti, l'arte antica, i libri di poesia
Odia: Il violino e la musica classica in generale
Fobie: Paura dell'altezza
Segni particolari: Ho un tatuaggio in mezzo alle scapole, un semplice quadrato con un asterisco al centro. Una specie di stemma di famiglia che identifica i dotati di una barriera mentale. Ho provato più volte a levarlo, senza successo.
Storia del Personaggio: Fin da piccola l'unico pensiero che ha dominat la mia mente è stato l'insegnamento inculcatomi dalla mia famiglia: sono un'essere pericoloso per me stessa e per gli altri e devo quindi controllarmi in ogni frangente. A controllarmi costantemente avevo i miei genitori, come gabbia dorata una sfarzosa villa di campagna che raramente riceveva ospiti e che ancora più raramente mi fu consentito lasciare durante l'infanzia. Le mie giornate si susseguivano tra lezioni private, dei miei genitori prima che degli insegnanti privati, ed esercitazioni pratiche. Nessuno dei miei genitori possedeva l'anomalia genetica dei Riven ma come tutti i membri della famiglia, l'avevano studiata ed erano stati preparati ad affrontarla nello sciagurato caso si fosse presentata durante la loro generazione. Ero un peso per loro e poco altro, di certo non una fonte di delusione ma lo sguardo apprensivo che mi alnciarono quando finalmente per la prima volta mi diedereo il permesso di uscire dai confii della loro proprietà la diceva lunga su quanta fiducia avessero in me. Scappai di casa a diciasette anni, una fuga più che annunciata e che i miei non impeditono. Se per paura o per rispetto della mia volontà non mi è dato saperlo. Ciò che più contava era che superata la fase di adolescenza potevo ritenere la mia barriera sotto un controllo tale da potermi muovere liberamente tra le altre persone. Inizialmente tutto ciò cui riuscivo a pensare fu la ricerca di altri esseri umani nelle mie stesse ocndizioni. Sapevo della loro esistenza e sentivo l'intrinseco bisogno di trovarmi accettata a chi potesse comprendere la mia situazione. Un'idea che abbandonai ben presto, i rischi troppo elevati e le probabilità di successo troppo esigue, mi rassegnai ad una nuova vita a New York. Questo fino al primo attacco.
Ne ebbi notizia quasi subito, avevo tenuto gli occhi aperti nel corso degli anni in cerca di esseri umani con abilità fuori dal comune, segnandone alcuni nelle mie mappe mentali, senza tutta via cercare di mettermi in contatto con loro. Li tenevo d'occhio però, almeno finchè imiei sopsetti non trovavano conferma. Quand uno di loro morì in corcostanze ben poco chiare mi fu chiaro che stava succedendo qualcosa di grosso. Ho sempre avuto un grosso intuito nello scovare guai e quando gli incidenti cominciarono a ripetersi mi confermò la presenza di guai grossi come montagne.
Man mano che i particolari emersi da quei casi iniziarono a prendere forma mi accorsi che non ci trovavamo davanti ad un complotto ma a qualcosa di molto peggiore. Era uno sterminio in tutto e per tutto, calcolato nei minimi particolari.
Capii che era arrivato il momento di andare contro i miei principi e di riesumare quella vecchia fantasia adoolescenziale: trovare altri come me ed insieme prepararsi ad affrontare chiunque avesse intenzione di distruggerci. Era una questione di mera sopravvivenza, diventava sempre più chiaro ogni giorno che passava ... o loro o noi.
Curiosità: Breeze è un soprannome affibiatomi da uno dei miei compagni di scuola che frequentava con me il corso di poesia. In un suo componimento descrisse come la mia natura silenziosa e riservata gli ricordasse quella d'una brezza tra fili d'erba. M'è rimasto.
Prestavolto: Liv Tyler
Copyright: Affermo che questa scheda è di mia proprietà.
Edited by Klerey - 5/6/2015, 00:02. -
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A 1800!!! .
Hope "Breeze" Riven |
