Take Me Home

Ryan Lovelace

Look into my eyes, its where my dragon hide

L'incontro col mago non era stato per niente fortuito, anzi, era rimasto immobile così me ne ero andato. Avevo ripreso la mia gattina nera ed avevo ripreso a correre. come un'ombra mi muovevo da vicolo a vicolo, apparentemente senza meta. Parsephone si addormentò vicino al ponte di Brooklyn così iniziai a camminare tenendola in braccio. Mi fermai sotto il grande ponte cercando di nascondermi il più possibile. Era notte fonda così mi addormentai.

[...]

Quando il sole sorse, Persephone giocherellava coi fili d'erba e mi sventolava la coda sotto al naso. Mi svegliai e la guardai. Era sveglia ed attiva ma non se ne era andata a zonzo come invece avevo paura io. Mi alzai a sedere, il mondo appannato da una patina opaca che ancora mi oscurava la vista. Mi stropicciai gli occhi e tutto tornò lentamente a fuoco. Mi alzai e mi spazzai il posteriore per pulirlo dai fili d'erba. Mi tolsi l'erba anche dalle gambe e ripresi Persephone per poi risalire fino alla strada e costeggiarla. dove potevo andare? Lo stregone che mi era parso tanto affascinato ora non sapevo neanche dove fosse... e non me ne importava neanche troppo. Ricordai di una buona vecchia amica così iniziai a correre verso casa sua. Arrivai davanti alla porta ed iniziai a bussare. Ehi pulce, sono Ryan. Ho bisogno di te.

Parlato ~ Narrato ~ Pensato

Ryan Lovelace

Look into my eyes, its where my dragon hide

Sentii la voce di Anita da dietro la porta. La solita minaccia con la quale sperava di spaventarmi... Aspettai che aprisse la porta e mi appoggiai allo stipite guardandola con un sorriso sornione. Ho la pelle di drago io, non di coccodrillo. Dissi con un sorriso ancora più largo. Persephone fece capolino con la testa, annusando l'aria e guardandosi intorno. Scusami lo so che è troppo presto ma abbiamo davvero bisogno di te. I cacciatori hanno attaccato casa mia ed ora... non ho un posto in cui stare, in più ho paura che Persephone si perda o si faccia del male. dissi in tono serio e caldo come un cappuccino di prima mattina. La guardai con sguardo quasi supplichevole. sapevo che mi avrebbe aiutato, in fondo eravamo amici da tanto tempo e sapeva benissimo che avrei fatto lo stesso per lei se fossi stato al suo posto. Ero davvero disperato e solo la Provvidenza avrebbe deciso il mio destino.

Parlato ~ Narrato ~ Pensato