A ... lesson.

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  1. Angel's dark side
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    The Black Lion

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    La notte ... quale momento migliore se non quello per esercitare i propri poteri? Ero il primo ad affermare che che uno stregone ed una strega valessero solo per le loro conoscenze, tuttavia nell'insieme di queste era ovviamente compresa la pratica ... perché infondo l'allenamento e l'esercizio erano modi per accrescere la propria consapevolezza magica e la propria capacità di manipolare l'arcano, indispensabile soprattutto per chi desiderava acquisire un potere invidiabile nel campo della magia nera.
    Le arti proibite, quindi la negromanzia, erano per coloro che volevano sacrificare molto ma che allo stesso tempo aspiravano ad avere sempre di più: appare un controsenso, ma in realtà non lo è.
    La prima regola per iniziare un ferreo e duro studio delle arti oscure era quella di assumersi la responsabilità di lasciarsi alle spalle carità, futile benevolenza, scrupoli, debolezza di cuore e sensibilità di animo e ... di stomaco.
    La negromanzia non era cosa per stupidi e deboli e proprio per questo era necessario aprire il proprio terzo occhio ad una visione diversa della realtà e a guardare il mondo circostante sotto una luce diversa, più cinica e dura ... se vogliamo, ma efficace ed obbligatoria: una lezione difficile da imparare, ma che ogni apprendista era tenuto a sapere a memoria.
    Avevo ventidue anni ... e già potevo vantare un'allieva promettente, ciò quindi stava a significare che io fossi un talento eccelso nella magia ... e non è solo una costatazione azzardata questa, ma una vera e propria sentenza. Mimì diceva sempre che ero portato per l'insegnamento e non si stancava mai di ripetermi che una volta presa sotto la propria guida la prima persona da istruire nelle arti negromantiche sarebbe scattato in me un meccanismo che mi avrebbe permesso di tirar fuori una sorta di innata capacità ad insegnare.
    Quella sera mi ero dato appuntamento con la mia allieva nel cimitero della Congrega ed ero in attesa che ella arrivasse ... ma ancora c'era tempo, dopotutto ero arrivato, come mio solito, in anticipo.
    Nei momenti di formalità, quindi anche quelli in cui tenevo le mie lezioni, prediligevo un abbigliamento ... particolare: la lunga tunica di velluto nero che Mimì mi aveva lasciato prima di spirare, e devo ammettere che nonna aveva proprio un ottimo gusto in fatto di vesti ufficiose; oltretutto la mano scarlatta - che altro non era che il famigerato stemma di famiglia - che era stata ricamata sull'abito all'altezza del petto conferiva alla mia figura una maggiore serietà ... più di quanta ne avessi normalmente.
    Stavo in piedi nei pressi di uno spiazzo senza tombe e lapidi, caratterizzato solo dalle rovine di un vecchio mausoleo che il tempo aveva divorato.
    Sopra quello che una volta doveva essere un magnifico e decorato pavimento di pietra avevo tracciato con del gesso bianco un pentacolo, alle cui punte avevo posizionato dei piedistalli di ferro arrugginito alti circa un metro, ed ognuno di essi sorreggeva sorreggeva una candela nera ... ma le fiammelle che tremolavano e consumavano costantemente la cera non erano fiamme normali ... perché erano di un sinistro verde smeraldo e alimentate da un potere che non era naturale, ma che proveniva dagli abissi stessi ... da dove ogni praticante delle arti nere traeva il proprio potere.
    Attendevo nel silenzio della notte, e stavo immobile come una delle secolari statue di angeli sparse per tutto quel luogo di riposo, ma a differenza di essi io non ero di grigia pietra scolorita ed incrostata ... ed inoltre i miei occhi erano vigili e scrutavano quasi famelici i dintorni ... quasi se avessi voluto inconsciamente divorare e corrodere con lo sguardo ogni cosa che il mio sguardo incrociava, ed in effetti tale supposizione non sarebbe stata del tutto errata: la magia nera a volte lasciava dei segni ... a volte anche sgradevoli e malevoli in chi la praticava, e ciò che caratterizzava il sottoscritto era il possedere una sorta di tetra luminosità attorno alla zona occhi ... e ciò lasciava leggermente in ombra il resto del mio volto ... anche in piena giornata.
     
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  2. brænna
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    La giornata di lavoro quel giorno era stata davvero pesante. Quella mattina il suo direttore era pieno di impegni, sempre chiuso in qualche riunione, mentre a lei u addossato tutto il suo lavoro. Se l’azienda fosse sua sarebbe capace di dirigerla senza l’aiuto di nessuno. Conosceva quel ruolo ormai troppo bene nonostante fosse stata assunta solamente da qualche mese, subito dopo la sua laurea. Non si lamentava però amava il suo lavoro, ma quella mattina aveva un pallino nella sua testa che non riusciva a farla concentrare come doveva. Quell’appuntamento quella sera che l’attendeva al cimitero la stava tormentando, voleva solamente che quella giornata di lavoro terminasse e tornare a casa e recitare la parte da ragazza normale che è esausta dopo una giornata di lavoro pesante. Una giornata di lavoro che non le dava nemmeno il tempo di andare alla sua ricerca dell’appartamento perfetto in compagnia di Ian. L’aveva chiamato durante l’ora di pranzo, unico suo attimo di libertà dove poteva respirare, avvertendolo che non aveva abbastanza tempo per uscire dall’ufficio e incontrarlo. L’ora di pranzo durò solamente un’oretta, perché subito dopo il direttore la mise subito al lavoro. Un lavoro che andò avanti fino alle sette di sera. Sentiva la stanchezza invadere il suo corpo, voleva solamente gettarsi sul letto, dopo una sana cena e riposarsi, ma ricordando cosa l’attendeva quella sera le forze ritornavano. Aveva programmato tutto quanto: sarebbe uscita di casa a notte fonda, quando tutti quanti si sarebbero addormentati, soprattutto Thara, per evitare le sue domande insistenti, tipico di una report del Times.
    La cena a casa fu veloce, con Thara che si vantava sempre della sua giornata e l’unico che le degnava di attenzione era solamente suo padre. Unico che si interessava veramente di farle qualche domanda e che voleva veramente sapere cosa aveva fatto a lavoro. A Breanna non importava se parlava solo con suo padre, evitando come ogni giorno le occhiatacce di sua moglie e di Thara ogni volta che lei parlava. Ci era abituata ormai, e non ci dava più peso.
    Era rimasta sveglia fino a quel momento, rimanendo seduta sul divano alla finestra a fissare fuori da questa. Aspettò l’orario perfetto, e finalmente si preparò. Cambiò la sua tenuta da lavoro con dei jeans attillati neri, una maglietta viola e la giacchetta di pelle nera. Gli stivaletti dello stesso colore dei pantaloni e della giacchetta e poi, senza far rumore, uscì fuori da casa sua, prendendo l’auto e guidando il più veloce che poteva verso il cimitero. L’eccitazione aumentava, non vedeva l’ora di iniziare quella sua prima lezione. Aveva incontrato quello che oggi sarebbe stato il suo maestro di magia nera per caso, e lui aveva accettato di insegnarle quel tipo di magia. Oggi ci sarebbe stata la sua prima lezione, e lei camminava tranquilla, non preoccupandosi o domandandosi il perché della scelta di quel posto. Raggiunse il punto che le era stato detto di raggiungere, trovando il ragazzo ad attenderla. ’Sera. Dice, annunciando il suo arrivo. Ormai era qui, non si poteva tirare indietro, ci era dentro il giorno in cui aveva chiesto di farle da maestro, e già da quel giorno non poteva più tirarsi indietro. Ma lei non voleva tirarsi indietro. Arriverà quel momento in cui lei dirà l’allieva ha superato il maestro.
     
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  3. Angel's dark side
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    The Black Lion

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    Arrivò in orario e ciò fu già di per sé un punto a suo favore: odiavo i ritardatari. -''Bene ... hai portato qualcosa su cui prendere appunti?''- Le chiesi, tuttavia non era una domanda fatta per metterla alla prova, ma semplicemente per farmi un'idea su come ... si appuntasse le cose, magari era dotata di buona memoria e non aveva bisogno di penne e blocchi di carta su cui scribacchiare. Per alcuni istanti mi limitai a squadrarla, così da prendere confidenza con quel volto che con tutta probabilità avrei dovuto vedere quasi ogni sera per giorni e giorni a venire: squadrare ed analizzare con lo sguardo per me era il primo passo per carpire l'essenza delle persone, dopotutto ogni stregone ed ogni strega aveva una certa empatia e se esercitata aiutava a fornire un primo quadro generale sull'oggetto delle nostre attenzioni. La ragazza sembrava un tipo deciso, sia dal portamento che dal tono di voce ... ma mi sarei stupito del contrario, dopotutto chi sceglieva di studiare le arti oscure era sempre una persona con un carattere forte ... ma questo l'ho già detto, giusto?
    Dopo alcuni istanti portai le braccia conserte all'altezza del petto -''Hai scelto di imparare a padroneggiare un tipo di magia che da sempre ha lasciato un segno nel mondo ... molto più di quanto abbia mai fatto la magia bianca''- feci una pausa ad effetto, schioccai le labbra e poi ripresi il filo del discorso -''L'essere umano nel corso dei secoli ha creato e ha distrutto, indi ha fatto un dispendio sia di energie da considerare alla stregua di vibrazioni positive che negative: la creazione da una parte e la distruzione dall'altra.''- Sollevai il sopracciglio sinistro -''Questa è una descrizione abbastanza comune e semplicistica.''- Aggiunsi con tono duro.
    -''Devi sapere che la magia nera regola prima di tutto le forze originali degli inferi, la forza vitale delle persone, i desideri più oscuri e le ambizioni più sfrenate ... e tutto ciò che ad esse è correlato; tuttavia ci sono sfumature nell'esistenza delle cose che rendono la vita stessa un chiaroscuro di energia bianca ed energia nera. La creazione è quindi fonte di entrambe i due tipi di arcano, ma infondo è intrinsecamente pregna dell'energia dell'entropia stessa ... è così che quindi chiamiamo questa seconda fonte di potere: Entropia.''- Detto questo feci un paio di passi verso sinistra, allontanandomi un po' dal pentacolo e dalle candele -''Le arti dell'entropia, la magia del sangue, l'inferomanzia ... tutte e tre sono le sole ed uniche branche della magia nera. La prima attinge alla confusione ed al caos che pregna la realtà circostante, la seconda invece ci permette di controllare l'essenza stessa delle persone e quando abbiamo in nostro pugno anche solo una goccia del loro sangue siamo capaci di condizionarle e di scavare più a fondo nel loro passato, quindi anche di esercitare l'arte della divinazione a nostro modo ... e più sangue abbiamo e più potere deteniamo su di loro, fino a poterle rendere totalmente schiave della nostra volontà. La magia del sangue permette anche di rimettere in piedi il più debole scheletro animato fino a renderci capaci di assemblare un vero esercito di non morti. Quindi, come puoi intuire, le arti del sangue sono ... le più versatili. Infine c'è l'inferomanzia, ed essa è quella che io amo definire come l'arma da combattimento di un praticante delle arti nere. Essa ci consente di padroneggiare a nostro piacimento gli spiriti infernali e grazie ad essi possiamo far uso delle stesse fiamme che ardono all'inferno e di manipolare le ombre ... le quali sono una difesa, un nascondiglio ... ma anche un'arma.''- A quel punto socchiusi gli occhi -''La magia nera serve il mago che la pratica, ma esso deve essere prudente e saggio su come usarla e dosarla. Inoltre deve conoscere alla perfezione i propri desideri ed i propri scopi. Le arti nere insegnano che la sopravvivenza, il potere, la dominazione e la conoscenza sono indispensabili per ottenere sempre il meglio dalla vita. Ci sono domande?''-
     
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  4. brænna
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    L'aria che tirava da quelle parti le penetrava la pelle, rompendo quello scudo di strati di vestiti che si era messa per poter essere ben coperta, ma non mostrò nessun segno di cedimento o di brividi, non voleva far pensare che fosse quel posto a metterle i brividi, cosa non vera. La maggior parte delle giornate in cui aveva del tempo libero lo passava al cimitero, viaggiando verso Detroit per andare a trovare sua madre, senza mai meravigliarsi nel trovare fiori appassiti sulla sua tomba, erano sempre gli ultimi fiori che metteva lei dall'ultima volta che era andata a trovarla. Ed era passato un sacco di tempo dall'ultima volta che era andata a trovare sua madre, che quasi si sentì leggermente in colpa, dichiarandosi una pessima figlia. Certo, avrebbe rimediato a questo suo errore, ma non oggi, non nei prossimi giorni. Troppo lavoro e ora queste sue lezioni private occupavano la maggior parte delle sue giornate, forse avrebbe dovuto stabilire un giorno di libertà a settimana, o due al massimo, ne avrebbe parlato a fine lezione. Non ne ho bisogno. Rispose secca, alzando gli occhi al cielo. Quell'oscurità e i suoi occhi castani erano un ottimo scudo per non mostrare i suoi piccoli difetti e i momenti in cui perdeva facilmente la pazienza, quei momenti si potevano notare con dei piccoli gesti che lei stessa faceva, come l'alzare gli occhi al cielo, o sbuffare.
    Il ragazzo non perse tempo, perchè subito iniziò a parlare, con una lunga spiegazione del mondo che tra poco Breanna avrebbe fatto parte. Da una parte poteva considerare al quanto noioso tutto quel discorso, dove solamente alcune parti le parvero interessanti, ma d'altra parte rimase lì, appoggiata su una statua alle sue spalle, con la mente che era completamente attratta dalla sua spiegazione, dal suo modo di parlare e da quello che l'avrebbe atteso una volta che sarebbero arrivati alla parte pratica. Breanna odiava la teoria, ne era pienamente consapevole, ma era anche consapevole che senza la teoria sarebbe stato abbastanza difficile affrontare la parte pratica e lei non voleva fare alcune figuraccia o fallire in qualsiasi cosa.
    Si sentiva affascinata come il giorno in cui scoprì lui a praticare quel tipo di magia. Ricordava ancora quel giorno, rimasta nascosta tra i cespugli a osservarlo di nascosto, meravigliata dal suo modo di padroneggiare la magia e al modo in cui riusciva a tenere tutto sotto controllo e come gli incantesimi che lanciava rispondevano al suo ordine senza esitare. In confronto a Breanna lui era davvero bravo, degno di essere chiamato maestro, ma mai lei lo avrebbe chiamato il quel modo. Molte cose avrebbe appreso e lei non vedeva l'ora di apprendere questo lato della magia di cui non era a conoscenza.
    L'entropia, la magia del sangue, l'inferomanzia... Non avrebbe mai dimenticato quelle tre parole e mai avrebbe dimenticato a cosa servissero e come utilizzarli. Era rimasta particolarmente affascinata all'arte del sangue, a cosa potesse fare se entrasse in possesso di una goccia di sangue di qualsiasi persona. La prima persona che le venne in mente fu la sua sorellastra, e le sfuggì un ghigno, immaginandola a fare tutto quello che Breanna le diceva di fare.
    La sua spiegazione terminò a Breanna aveva appreso tantissimo, può la magia fare tutte queste cose pronunciando delle semplici parole? Sembrava strano e irreale, invece lo era. Questa era la realtà. Mi hai portato qui per lo scenario che si addice al tuo discorso oppure oggi mi insegnerai una di quelle tre arti? Senza peli sulla lingua era già sicura che ci sarebbe riuscita, anche se prediligeva quella del sangue, qualsiasi arte lui avrebbe scelto ne sarebbe stata capace.
     
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3 replies since 19/4/2014, 16:14   77 views
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